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Articoli Ingresso e Soggiorno

Gli stranieri appartenenti agli Stati della c.d. “black list”, per fare regolare ingresso in Italia, necessitano di un visto. Lo step immediatamente successivo, per chi intende rimanere in Italia oltre 90 giorni, è richiedere entro 8 giorni il permesso di soggiorno.

Conoscere la normativa, la prassi amministrativa e la giurisprudenza in materia di ingresso e soggiorno è molto importante per gli stranieri che vogliono entrare e soggiornare regolarmente nel territorio nazionale, senza correre il rischio di subire un decreto di espulsione.

Selezioniamo e pubblichiamo le tematiche di maggiore rilevanza e attualità in materia di ingresso e soggiorno in Italia, cercando di fornire ai nostri utenti online un ampio catalogo di contenuti a portata di clic. 

 


Mezzi di sussistenza e rischio migratorio

Chi richiede un visto d'ingresso per l’Italia sa benissimo che occorre dimostrare, tra l’altro, "la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno e, fatta eccezione per i permessi di soggiorno per motivi di lavoro, anche per il ritorno nel Paese di provenienza” (art. 4, comma 3, D. Lgs. n. 286/98). A quantificare l'entità dei mezzi di sussistenza necessari per l'ingresso ed il soggiorno degli stranieri nel territorio dello Stato, come sopra evidenziato, è la Direttiva del 1° marzo 2000 del Ministero dell’Interno, emanata in attuazione del suddetto art. 4, comma 3, del Testo Unico. Spesso capita che gli interessati, nel proprio Stato di origine, dispongano di una situazione precaria dal punto di vista economico (es. mancanza di lavoro, redditi troppo bassi, conti correnti con saldi vicini allo zero, ecc.). Tuttavia,...

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La disciplina sul divieto di reingresso imposto con il provvedimento di espulsione

La disciplina dei divieti di reingresso è stata innovata con la Legge n. 129 del 2011 di recepimento della direttiva 2008/115/CE. Antecedentemente alla riforma, l'espulsione prefettizia era corredata da un divieto di reingresso di 10 anni, salva la facoltà del prefetto di ridurre detto termine a 5 anni in ragione della condotta tenuta dallo straniero, complessivamente considerata, nel corso della sua permanenza in Italia. 

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Ricongiungimento familiare e poteri dell'Autorità Consolare italiana sul rilascio del visto

Fino a dove si può estendere il potere dell'Autorità Consolare nell'ambito del procedimento volto al rilascio del visto per ricongiungimento familiare ex art. 29 del D. Lgs. n. 286/1998? A rispondere è il Tribunale di Roma, Sezione I^ Civile, con l'ordinanza n. 7618/2014, emessa ai sensi dell'art. 702 bis c.p.c. Si tratta di un caso seguito dall'Avvocato Boschetti dove il ricorrente aveva beneficiato del nulla osta al ricongiungimento da parte della Prefettura, per poi veder negare dall'Ambasciata il relativo visto ai familiari da ricongiungere, poiché "figli del coniuge e non del richiedente". 

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Ingresso in Italia con visto per residenza elettiva

Avevamo anticipato in un precedente articolo della possibilità per lo straniero, partner di cittadino comunitario, di fare ingresso in Italia con un visto per residenza elettiva, per poi richiedere il relativo permesso di soggiorno. Requisito essenziale, come si è specificato, è che tra i due soggetti intercorra una convivenza stabile, debitamente attestata dallo Stato del cittadino dell’Unione. (Ministero dell'Interno, circolare del 18 luglio 2007). 

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Permesso di soggiorno per residenza elettiva per il convivente del cittadino UE

I cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea che rientrano nelle categorie dell'articolo 3 del D. Lgs. n. 30/2007, e che non sono titolari di un autonomo diritto di soggiorno, possono chiedere il rilascio del permesso di soggiorno per residenza elettiva, ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. Il permesso di soggiorno per residenza elettiva, in generale, viene rilasciato allo straniero ritenuto in grado di mantenersi nel territorio italiano autonomamente, dunque senza bisogno di lavorare, ad esempio perché in possesso di rendite da pensione o immobiliari. 

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Separazione tra i coniugi e permesso di soggiorno per motivi familiari

Cosa succede allo straniero titolare del permesso di soggiorno per motivi familiari, ottenuto causa matrimonio, in caso di separazione? In linea generale, occorre rilevare che venendo meno la convivenza, requisito essenziale per il mantenimento del titolo di soggiorno rilasciato per motivi familiari, viene meno anche il presupposto che ne giustifica il possesso. 

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Visto per i soci delle start-up

Permesso annuale di soggiorno allo straniero che investe Nel dossier "Italia start-up visa", a cui stanno lavorando il ministero dello sviluppo economico, quello degli esteri e degli interni, e che dovrebbe diventare operativo per la fine di marzo 2014, è previsto un visto annuale per gli stranieri che vogliono investire in start-up innovative nel nostro Paese, ed entro un anno dalla concessione del visto, si impegnano a diventare soci di società di capitali e a ricoprire cariche sociali (presidente, amministratore, membro del consiglio) della start-up innovativa. 

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Preavviso di rigetto del permesso di soggiorno. Obbligo ed effetti della sua omessa comunicazione

Il preavviso di rigetto è un istituto introdotto dalla riforma del procedimento amministrativo intervenuta nel 2005; infatti, la L. 15/2005 ha inserito, nell'impianto normativo della legge sul procedimento, l'art. 10 bis, rubricato, appunto, "comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza".

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Accordo di integrazione

Accordo di integrazione L’art. 4 bis del Testo Unico sull’immigrazione, introdotto dalla legge 94 del 15 luglio 2009, definisce l’accordo di integrazione come “quel processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana, con il reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società”. L’accordo d’integrazione è stato reso operativo dal D.P.R. 179 del 14 settembre 2011. Dal 10 marzo del 2012 è divenuto requisito essenziale per il rilascio del permesso di soggiorno. L’obbligo in oggetto, va evidenziato, sussiste solo in capo agli stranieri che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che per la prima volta fanno ingresso in Italia dopo l’entrata in vigore del decreto, per cui dal 10 marzo 2012. ...

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Permesso di soggiorno e divieto di espulsione

L'art. 19 del Testo Unico sull'Immigrazione prevede alcuni casi in cui lo straniero non può essere espulso dal territorio dello Stato. Il primo comma prevede l'ipotesi più grave che rimanda ai principi della protezione internazionale: ossia, in nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione. 

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Art. 31 comma 3° del Testo Unico sull'Immigrazione

L'art. 31 comma 3 del Testo Unico sull'immigrazione, "Disposizioni a favore dei minori" prevede che il Tribunale per i minorenni, per gravi motivi connessi con lo sviluppo psico-fisico e tenuto conto dell'età e delle condizioni di salute del minore che si trova nel territorio italiano, può autorizzare l'ingresso o la permanenza del familiare, per un periodo di tempo determinato, anche in deroga alle altre disposizioni contenute nella stessa normativa. 

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