Visto di Ingresso
Tuteliamo l'interesse del cittadino straniero a ottenere il visto per entrare in Italia. Inoltre, difendiamo il cliente che ha ricevuto il diniego di visto o del nulla osta all'ingresso, o che è impossibilitato a entrare in Italia a causa di una segnalazione nel Sistema d'Informazione Schengen (SIS).
Se hai problemi ad ottenere il visto per ingresso in Italia lo Studio Legale Boschetti può aiutarti.
L'ingresso nel territorio dello Stato è consentito allo straniero in possesso di passaporto valido o documento equipollente e del visto d'ingresso, e può avvenire - salvi i casi di forza maggiore - soltanto attraverso i valichi di frontiera appositamente istituiti.
L'ingresso in Italia presuppone naturalmente una richiesta di visto, che può essere per soggiorni di breve durata, e cioè fino a novanta giorni, o per soggiorni di una durata ampia che presuppongono il conseguimento di un permesso di soggiorno, la cui motivazione deve essere identica a quella menzionata nel visto.
Ricordiamo che i cittadini dei Paesi della c.d. "white list" (come ad esempio, Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Argentina, Australia, Bahamas, Barbados, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Brunei, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, etc.) non sono obbligati a richiedere il visto d'ingresso per soggiorni per turismo, missione, affari, invito e gara sportiva, purché il soggiorno non superi i 90 giorni.
La principale ipotesi di visto di ingresso in Italia per gli stranieri è quella legata al lavoro; ma è proprio qui che crescono le difficoltà per lo straniero che vuole ottenere un visto per entrare in Italia.
Come sappiamo, infatti, l'ingresso per lavoro è disciplinato dai decreti flussi emanati dal Governo, che di fatto, da molti anni a questa parte, si traducono in provvedimenti puramente formali, perché riservati a casi assolutamente di nicchia che tagliano fuori le ipotesi più diffuse di lavoratore subordinato o autonomo straniero (primi tra tutti colf e badanti).
Diventa così interessante, nel domandarsi come ottenere il visto per l'Italia, affacciarsi a figure specifiche di visto d'ingresso, a meno che non si voglia soggiornare in Italia solo per ragioni turistiche, e allora l'interesse sia piuttosto rivolto al visto per turismo.
Tornando sul tema lavoro, bisogna sapere che la legge prevede ipotesi di ingresso per lavoro in casi particolari. Si fa riferimento all'art. 27 del Testo Unico sull'Immigrazione, che consente l'ingresso agli stranieri al di fuori delle quote.
Come si è detto, l'ingresso degli stranieri per lavoro può avvenire solo nei limiti quantitativi imposti dalle "quote" stabilite nei decreti flussi (da tanti anni - ripetiamo - le quote sono riservate a lavoratori particolarmente qualificati o a investitori, o altre fattispecie molto ristrette).
Ebbene, l'art. 27 prevede ipotesi di ingresso per lavoro in casi particolari, cioè che consentono l'ingresso a prescindere dai limiti quantitativi e numerici stabiliti dallo Stato: si fa riferimento, ad esempio, ai dirigenti distaccati da imprese straniere, ai professori universitari chiamati a compiere un incarico accademico, ai traduttori e interpreti, ai professionisti sportivi, al personale artistico, agli infermieri professionali, e alle altre ipotesi per il cui elenco rimandiamo alla su citata norma di legge.
Come può vedersi, si tratta di ipotesi di ingresso molto specifiche e riservate, non nella disponibilità di tutti. Un'altra ipotesi particolare è quella del visto di ingresso per residenza elettiva,
che si può prendere in esame quando lo straniero ha la proprietà o la disponibilità giuridica di un immobile in Italia da eleggere a residenza, nonché la disponibilità di rendite e risorse economiche - non provenienti da attività lavorativa - che gli consentirebbero di poter vivere e sostenersi nel nostro Paese senza dover lavorare.
Al di là di queste singole e specifiche ipotesi, è ampia la categoria dei visti d'ingresso, ben delineata dal Decreto Interministeriale n. 850/2011. Ad esempio si può fare ingresso in Italia con visto per: adozione, affari, cure mediche, motivi diplomatici, familiare al seguito e ricongiungimento familiare, gara sportiva, lavoro autonomo, missione, motivi religiosi, reingresso, studio, transito, visto per turismo e altri.
Il visto per ingresso in Italia viene rilasciato dalla Rappresentanza diplomatiche o consolari italiane presso il luogo di origine o residenza dello straniero, previa verifica dei requisiti. In particolare, lo straniero deve dimostrare:
- di avere idonea documentazione circa lo scopo e le condizioni del soggiorno;
- di avere la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno, ed eccetto per i soggiorni di lavoro, anche di quelli necessari per il ritorno nel paese di provenienza;
- ·di non versare in una delle cause ostative all'ingresso, previste ai commi 3 e 6 dell'alrt 4 del T.U.I.;
- ·di avere ottenuto, con riguardo a visti per specifiche tipologie di soggiorno, uno speciale nulla osta (es. per il ricongiungimento);
- ·di rientrare nei contingenti numerici fissati annualmente con decreto dal Presidente del Consiglio dei Ministri (c.d. decreto flussi). Questo requisito occorre per i soli ingressi finalizzati al lavoro subordinato (anche stagionale) e autonomo;
- ·Nulla osta e visto d'ingresso: Per gli ingressi nel territorio dello Stato volti allo svolgimento di attività lavorative (a carattere subordinato, ivi compreso quello stagionale, o autonomo) ovvero funzionali al ricongiungimento familiare, il Legislatore impone, quale passaggio necessario per conseguire il visto, la preventiva acquisizione di specifici nulla osta le cui istanze vanno presentate allo Sportello Unico per l'immigrazione.
Se la domanda di visto per entrare in Italia dovesse concludersi con esito negativo, l'interessato può presentare ricorso. Il giudice competente è quello Amministrativo, perché la giurisprudenza ritiene che si configuri, in capo allo straniero, un mero interesse legittimo e non un diritto soggettivo.
Poiché la decisione sull'ingresso non può che spiegare i suoi effetti su tutto il territorio nazionale, il giudice competente deve ritenersi il Tar Lazio.
Di contro, con riferimento al diniego di nulla osta, la competenza territoriale è radicata nel luogo ove si trova lo Sportello Unico che ha istruito la pratica.
Fa eccezione alla giurisdizione del Giudice Amministrativo il caso in cui oggetto dell'impugnazione sia il diniego del visto per ricongiungimento familiare ovvero per ingresso del familiare al seguito.
In tale ipotesi, la situazione giuridica riguarda un diritto soggettivo, ovvero il diritto all'unità familiare, come tale tutelabile davanti al Giudice ordinario.
Lo straniero che ha ricevuto un provvedimento di diniego del visto per ingresso in Italia può ricevere da noi assistenza legale immediata. Prestiamo assistenza e patrocinio nelle cause dirette a impugnare il diniego del visto per entrare in Italia, affinché la competente Ambasciata venga condannata a rilasciare il visto richiesto.
Come ottenere il Visto di ingresso in Italia con lo Studio legale Avvocato Francesco Boschetti
- Visto di Ingresso
- Norme sul visto d'ingresso
- I documenti per il visto
- I mezzi di sussistenza
- Ricongiungimento Familiare
- Coesione con cittadino UE
- Adozione di maggiorenni
- Ingresso per lavoro al di fuori delle quote
- Ricorso contro diniego del visto
- Permesso di Soggiorno
- Requisiti permesso di soggiorno
- Domanda permesso di soggiorno
- Accordo di integrazione
- Soggiornanti lungo periodo
- Protezione Internazionale
- Flussi e Sanatoria
- Consulenza immobiliare per stranieri
- Cittadini dell'Unione
- Permesso di soggiorno per attesa cittadinanza
- Conversione del permesso di soggiorno
- Diniego visto per residenza elettiva
- Ingresso per stranieri investitori o con ampie risorse economiche
Tipologie di visti
- Visto per lavoro autonomo
- Visto per lavoro stagionale
- Visto per lavoro subordinato
- Visto per turismo
- Visto per cure mediche
- Visto per adozione
- Visto per affari
- Visto per motivi religiosi
- Visto per missione
- Visto per gara sportiva
- Visto per residenza elettiva
- Visto per trasporto
- Visto per investitori
- Visto per motivi familiari
- Visto per studio
- Visto di reingresso
- Visto per vacanze-lavoro
- Visto per transito
Chi rilascia il visto di ingresso?
Il visto di ingresso è rilasciato dalla rappresentanze diplomatiche o consolari italiane nello Stato di origine o di stabile residenza dello straniero, previo esame dei requisiti di legge.
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Quanto dura un visto turistico per l'Italia??
I visti possono essere di breve durata, se inferiori a 3 mesi, come ad esempio per turismo, missione, affari, etc., o di lunga durata se invece superiori a 3 mesi, come ad esempio per lavoro o motivi familiari, nel qual caso lo straniero deve richiedere il permesso di soggiorno.
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Quanto dura un visto?
La durata del visto dipende dal tipo di ingresso che lo straniero intende fare, se esso è finalizzato a una presenza di breve periodo (come per turismo, missione o affari) o invece all'emigrazione dello straniero, ad esempio per motivi di famiglia o lavoro. Il visto breve ha validità fino a 90 giorni.
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Quanto costa il visto per entrare in Italia?
Il costo per ottenere il visto Schengen uniforme è di 60 euro, mentre il visto nazionale per soggiorni di lunga durata è di 116 euro.