Accesso agli atti
Il diritto di accesso agli atti amministrativi attenua la posizione di supremazia della Pubblica Amministrazione, consentendo al privato, in qualsiasi fase di un procedimento amministrativo, di verificare l'attività svolta e lo stato della sua pratica.
Con riguardo alla cittadinanza italiana, l'accesso agli atti è un ottimo strumento per assumere informazioni sul reale stato della pratica, quando l'Amministrazione non risponde alle normali richieste di informazioni presentate dalla parte e/o dal suo legale, o quando si è in presenza di un ritardo eccessivo nella definizione dell'istanza.
Il diritto di accesso agli atti amministrativi in generale
Il diritto all'accesso agli atti amministrativi è previsto e disciplinato dalla Legge n. 241/1990.
Per accesso agli atti amministrativi s'intende la presa in visione, con diritto di estrarre copia, dei documenti amministrativi inerenti la pratica dell'interessato.
L'esame dei documenti è gratuito. Il rilascio di copia, invece, è subordinato al rimborso del costo di riproduzione, salve le disposizioni vigenti in materia di bollo, nonché i diritti di ricerca e di visura.
Chi può richiedere l'accesso agli atti?
"Interessati", e quindi legittimati, sono tutti i soggetti privati, compresi quelli portatori di interessi pubblici o diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l'accesso.
A quali documenti è possibile accedere?
Tutti i documenti amministrativi sono accessibili, ad eccezione di quelli indicati all'articolo 24, commi 1, 2, 3, 5 e 6 della medesima legge, e cioé:
- i documenti coperti da segreto di Stato ai sensi della legge 24 ottobre 1977, n. 801, e successive modificazioni, e nei casi di segreto o di divieto di divulgazione espressamente previsti dalla legge;
- gli atti relativi ai procedimenti tributari, per i quali restano ferme le particolari norme che li regolano;
- gli atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione della Pubblica Amministrazione, per i quali si applicano le particolari norme che ne regolano la formazione;
- per i procedimenti selettivi, i documenti amministrativi contenenti informazioni di carattere psico-attitudinale relativi a terzi.
Inoltre, non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazioni.
A chi richiedere i documenti della propria pratica
L'istanza deve essere rivolta all'amministrazione che ha formato il documento o che lo detiene stabilmente. Essa deve indicare la motivazione per cui si richiede di prendere visione dei documenti.
Allo stesso tempo, il rifiuto, il differimento e la limitazione dell'accesso da parte della Pubblica Amministrazione, ammessi solo nei casi e nei limiti stabiliti dall'articolo 24 sopra elencati, debbono essere motivati.
Accesso agli atti e pratica di cittadinanza
L'accesso agli atti è uno dei possibili interventi che lo Studio Legale Boschetti attiva all'interno della più ampia pratica di sollecito.
Si tratta di una iniziativa molto forte, per cui bisogna assumerla con molta cautela.
In genere, suggeriamo di presentare l'istanza di accesso agli atti amministrativi in presenza di una o entrambe le condizioni che seguono:
- La pratica di cittadinanza presenta un ritardo anomalo. Si tratta, in sostanza, di quei casi in cui sembra che l'Amministrazione si sia "addormentata" sulla pratica di cittadinanza, che a distanza di 5 o 6 anni risulta ancora in trattazione. Pertanto, si rende opportuno prendere conoscenza dell'attività effettivamente svolta sulla pratica, per valutare anche se sussistono possibili profili di responsabilità del dirigente e del responsabile del procedimento, da far valere in un eventuale giudizio civile;
- lo Studio ha già presentato più richieste di informazioni sullo stato della pratica, che però non hanno ottenuto alcun riscontro. A prescindere dall'anzianità della pratica di cittadinanza, il reiterato silenzio dell'Amministrazione rende l'accesso agli atti l'unico rimedio effettivo, riconosciuto dalla legge, di cui disponiamo per ottenere le informazioni richieste e implicitamente negate.
E' assolutamente sconsigliato, al contrario, procedere con l'istanza di accesso in relazione alle domande di cittadinanza presentate da poco tempo, perché si prospetterebbe come un'iniziativa sproporzionata, se non addirittura temeraria.
Cosa fare se la Pubblica Amministrazione non risponde alla richiesta di accesso ai documenti
Se decorsi trenta giorni dalla richiesta l'istante non ha ricevuto risposta, la stessa si intende respinta.
In questo caso, come anche qualora la Pubblica Amministrazione emetta un formale provvedimento di diniego dell'accesso, o di differimento dello stesso, il richiedente può presentare ricorso al tribunale amministrativo regionale.
Tuttavia, poiché per agire in sede giurisdizionale è previsto il pagamento di una somma non indifferente a titolo di contributo unificato (salvo che lo straniero usufruisca del patrocinio a spese dello Stato), lo Studio Legale Boschetti, prima di proporre ricorso, solitamente effettua dei tentativi per ottenere la documentazione necessaria in via bonaria.
Ad esempio, mediante intimazione con lettera raccomandata a/r, oppure con sollecitazione scritta agli uffici gerarchicamente superiori a quello detentore dei documenti per cui si richiede l'accesso.
Accesso agli atti e pratica di cittadinanza italiana per stranieri con lo Studio legale Avvocato Francesco Boschetti
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