Diffida e sollecito per la cittadinanza. Consigli per l'uso
La diffida per la cittadinanza è sempre la soluzione giusta per sollecitare la pratica di cittadinanza per residenza? La risposta è... assolutamente no!
Talvolta la posizione del richiedente è molto delicata: il caso classico è quello dell'esistenza di un precedente penale. Il richiedente pensa che il reato risale a tanti anni fa, o che sul certificato del casellario giudiziale nulla risulta, o ancora, che è finito in prescrizione. E allora cosa fa? Va alla ricerca di un modulo di diffida online per la cittadinanza, e lo invia tramite pec o raccomandata. Nulla di più sbagliato!
In questi casi, quando c'è un problema più o meno grande legato alla posizione giudiziaria, la linea difensiva che noi seguiamo è molto più prudente: piuttosto che contestare ciecamente la violazione del termine di 730 giorni di cui all'art. 3 del d.P.R. 362/1994, e diffidare l'Amministrazione a concludere il procedimento, è più opportuno cercare di imbastire un dialogo con l'Amministrazione.
In altre parole, lungi dal trascurare o ignorare gli elementi ostativi all'accoglimento della domanda, bisogna "discuterne", ma valorizzando gli elementi positivi che comunque, a ragione della difesa, appaiono prevalenti.
Dunque, il modulo di sollecito della cittadinanza, o la diffida della cittadinanza online, potrebbero sì velocizzare la pratica, ma non lungo il sentiero sperato dal richiedente.
Si ricorda, infatti, che cittadinanza per residenza è una concessione della Pubblica Amministrazione, un atto di elevata discrezionalità, per cui nel giudizio finale si può tenere conto di ogni elemento, compresi i reati commessi in età minorile, i reati prescritti, i reati altrimenti estinti, ecc.
Poiché il più delle volte - per fortuna - esistono anche elementi a favore, sarebbe un peccato gettarli al vento con una linea aggressiva, aggredendo l'obiettivo come un toro quando vede rosso.
Questa linea, infatti, spinge l'Amministrazione a decidere "allo stato degli atti", piuttosto che a soffermarsi su argomentazioni difensive che potrebbero introdurre elementi nuovi di valutazione e determinare l'accoglimento della domanda di cittadinanza.