Skip to main content

Il caso di Olga: la cittadinanza in 12 giorni con il ricorso al Tar

Olga, giovane ragazza moldava, si rivolge a me quando la sua pratica di cittadinanza è in piena istruttoria. Il suo interesse a velocizzare la pratica di cittadinanza è dovuto essenzialmente a motivi di lavoro.

Intraprendente e ambiziosa, dal ricco curriculum, Olga ha ricevuto un’allettante proposta lavorativa dal Regno Unito, che però con il suo passaporto moldavo è rimasta in sospeso: le serve il prima possibile la cittadinanza europea, e quindi, il passaporto italiano. 

Avviamo per lei una pratica di sollecito prima dei 48 mesi (ex 730 giorni), mettendo subito in evidenza i notevoli sforzi che la ragazza ha profuso negli studi. Olga, infatti, ha conseguito la Laurea in Economia a Roma, con tanto di Lode. Nel percorso universitario, inoltre, è stata selezionata ogni anno tra i migliori studenti, ottenendo la borsa di studio.

I suoi redditi sono ampiamente in linea con i minimi previsti per l’esonero dal concorso alle spese sanitarie - parametro adottato dall’Amministrazione come riferimento di base - e naturalmente, non ha mai riportato problemi di alcun tipo con la giustizia.

Non di meno peso è il fatto che la ragazza è coniugata con cittadino italiano. Ha pieno titolo per presentare la domanda di cittadinanza per matrimonio, ma lei, la sua domanda di cittadinanza, l’ha già presentata (sostenendone i costi), e giusamente vuole insistere su quella.

Nonostante tutti questi elementi che dimostrano la perfetta integrazione della ragazza nella comunità nazionale e la sua meritevolezza a conseguire la cittadinanza italiana, il Ministero non prende in alcuna considerazione i primi due solleciti che inviamo a settembre e novembre 2016.

A dicembre 2016 mettiamo in allerta l’amministrazione che il mese successivo decorrerà il termine di 730 giorni, per cui sollecitiamo ulteriormente la conclusione del procedimento.Il Ministero ci risponde, con estremo formalismo, che la pratica NON sarà decisa prima della scadenza del termine di 730 giorni.

Ma l’inadempimento prosegue anche oltre. Aspettiamo pochi giorni dalla violazione del termine di 730 giorni e inviamo una diffida ad adempiere, a cui il Ministero però non risponde.

La nostra azione legale diviene più aggressiva: inviamo un esposto all’Ispettorato per la Funzione Pubblica, organo incaricato di vigilare sul rispetto dei termini di legge per la conclusione dei procedimenti amministrativi. Anche l’Ispettorato intima al Ministero dell’Interno di porre fine alla violazione di legge e concludere il procedimento, ma il silenzio del Ministero dell’Interno persiste.

Visto il pervicace inadempimento dell’Amministrazione, consiglio ad Olga di passare alle “maniere forti”, ovvero di presentare ricorso al Tar Lazio per la cittadinanza.

Ci sono alcuni casi, infatti, in cui l’Amministrazione si intestardisce a non concludere il procedimento, sebbene non esista un reale motivo, e allora continuare ad inviare solleciti all’infinito è inutile.

Olga si convince della bontà della soluzione che le viene prospettata, anche se ciò comporterà per lei un aumento delle spese.

Notifichiamo il ricorso al Tar il 29 di marzo. La mossa si rivela vincente: il 10 di aprile, cioè soltanto 12 giorni dopo, il Ministero dell’Interno ci annuncia via pec che “il decreto di concessione è in corso di formalizzazione”.

La battaglia è stata vinta grazie al rimedio più forte per contrastare l’inadempimento dell’Amministrazione che non rispetta il termine di conclusione del procedimento.

Il ricorso al Tar si conferma un mezzo di pressione molto forte per l’Amministrazione, che per evitare responsabilità di natura civile e disciplinare, anche per i funzionari del proprio organico, conclude la procedura per la quale si è presentato il ricorso senza perdere altro tempo.

L’obiettivo dell’Amministrazione è che, il giorno dell’udienza, il Tar accerti e dichiari che il ricorrente non ha più interesse a procedere. In questo modo il ricorso viene dichiarato irricevibile, e tutto finisce “in pareggio”.

Ma questo a Olga poco interessa. Mancano le formalità finali (firma e notifica del decreto di concessione, prestazione del giuramento), che comunque si continueranno a sollecitare, e finalmente sarà cittadina italiana!

 

Invia la tua richiesta

Se vuoi maggiori informazioni, compila questo modulo.
Ti contatteremo il prima possibile.
 
Accertarsi di inserire una email corretta altrimenti sarà per noi impossibile rispondere.

P.S: In mancanza di una risposta entro 5 giorni, bisogna intendere che, in relazione all'argomento sottoposto, lo Studio non ha la possibilità di prendere in carico il caso



Via dei Gracchi, 151 
00192 Roma

Orari ufficio:

Dal lunedì al venerdì

9.00 - 13.00
 15.00 - 19.00

Si riceve solo
previo appuntamento
telefonico o e-mail

info@avvocatoimmigrati.it

Chiama allo 06.88921971