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Cidadania italiana per la via amministrativa se la donna italiana ha contratto matrimonio con cittadino brasiliano prima del 1948, ma il figlio della coppia è nato dopo il 1948

I discendenti di avi italiani in Brasile sono ormai ben al corrente che, in caso di discendente di donna italiana nato prima del 1948, per ottenere la cidadania italiana è necessario avviare un’açao judicial em Italia.

Se invece il discendente è nato dopo il 1948, allora si può avviare la procedura amministrativa, tramite Consolato italiano, oppure direttamente in Italia, fissando la residenza in un qualsiasi Comune.

L’interrogativo che oggi ci poniamo è questo: cosa succede, quando il discendente dell’avo italiano donna è nato sì dopo il 1948, ma ha contratto matrimonio prima del 1948? 

Si tratta di una questione importante, perché molti Comuni italiani, applicando la sentenza della Corte Costituzionale n. 87 del 1975 soltanto a decorrere dall’entrata in vigore della Costituzione (1° gennaio 1948), ritengono non vi sia la possibilità di concedere la cittadinanza in via amministrativa in questo caso, poiché la donna italiana, contraendo matrimonio con straniero prima di detta data (1° gennaio 1948), avrebbe perso automaticamente la cittadinanza italiana per acquisire quella del marito straniero.

In realtà non è cosi sempre. Non lo è per il Brasile, ad esempio.

Deve tenersi conto che l’art. 10, comma 3, della legge italiana n. 555 del 1912, all'epoca vigente, di cui la Corte Costituzionale ha sancito la illegittimità costituzionale, prevedeva che "La donna cittadina che si marita ad uno straniero perde la cittadinanza italiana, sempreché il marito possieda una cittadinanza che per il fatto del matrimonio a lei si comunichi".

Questo significa che la donna italiana perdeva la sua cittadinanza per effetto del matrimonio con lo straniero NON sempre, ma solo nel caso in cui l'ordinamento straniero prevedesse la trasmissione automatica della cittadinanza, per il solo effetto del matrimonio, dal marito alla moglie (italiana), indipendentemente da una manifestazione di volontà di quest'ultima.

Questo è quando ad esempio accadeva per il Regno Unito e altri Paesi, ma NON per il Brasile.

Infatti, la legge brasiliana NON prevedeva che il marito connazionale trasferisse automaticamente la cittadinanza brasiliana alla donna straniera (nel nostro caso, italiana), per il solo effetto del matrimonio.

In caso di contestazioni del Comune procedente, apparirebbe quindi opportuno richiedere una dichiarazione alle competenti Autorità brasiliane che attesti tale circostanza normativa.

Stando così le cose, appare sufficiente allegare il certificato negativo di naturalizzazione (CNN) della donna-avo italiano al fine di legittimamente richiedere la cidadania italiana per la via amministrativa.

 

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