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Sono un libero professionista russo. Cosa posso fare per vivere in Italia?

L’ingresso in Italia per il libero professionista straniero che voglia svolgere attività lavorativa è disciplinato dall’art. 26 del D. Lgs. n. 286/98 che lo ammette nell’ambito delle quote stabilite annualmente mediante il decreto flussi.

La possibilità di ottenere un visto per lavoro autonomo è subordinata all’esistenza, in capo al richiedente, dei requisiti previsti dalla legge italiana per lo svolgimento della specifica attività, inclusa l’iscrizione ad albi e registri, se richiesta. Non deve trattarsi, inoltre, di un'attività riservata ai cittadini italiani.

Necessaria è anche l'attestazione da parte dell’autorità competente, di data non anteriore a tre mesi, che dichiari che non sussistono motivi ostativi allo svolgimento dell’attività che lo straniero intende svolgere.

Anche per le attività che non richiedono iscrizioni in appositi albi, lo straniero deve ottenere l'attestazione, dalla Camera di Commercio o dall'Ordine professionale competenti, dei parametri di riferimento riguardanti la disponibilità delle risorse finanziarie occorrenti per l'esercizio di tale attività.

Risulta fondamentale, inoltre, dimostrare di disporre di idonea sistemazione alloggiativa nonché di avere prodotto - nell’anno precedente alla presentazione della richiesta – un reddito di importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.

Ottenuto il visto, entro otto giorni dall’ingresso in Italia lo straniero potrà richiedere il rilascio del permesso di soggiorno da parte della questura competente e iscriversi all’anagrafe del comune di residenza.

A questo punto sapere come ottenere la cittadinanza italiana per residenza è importante per chi decida di vivere in Italia stabilmente.

La legge stabilisce che per i cittadini extra UE è possibile presentare la domanda per la cittadinanza italiana dopo 10 anni di residenza ininterrotta e continuativa.L’invio dell’istanza e dei documenti necessari (quali documento d’identità, certificato di nascita e penale del paese d’origine, ecc.) avviene per via telematica mediante il portale del Ministero dell’Interno.

Tale procedura permette al richiedente di monitorare la propria pratica per tutta la durata dell’istruttoria, che viene svolta inizialmente dalla Prefettura competente in base al luogo di residenza, e in una seconda fase dal Ministero dell’Interno.

Utilizzando le credenziali di accesso alla propria pagina personale, lo straniero può effettuare il controllo della cittadinanza italiana online e venire a conoscenza non solo dello stato della domanda, ma anche di eventuali comunicazioni da parte dell’amministrazione.

Un’ulteriore modalità per vivere in Italia è ottenere un permesso di soggiorno per residenza elettiva, che può essere ottenuto dallo straniero in possesso di un’abitazione da eleggere a residenza, purchè in grado di dimostrare di potersi mantenere senza dovere lavorare, possedendo risorse economiche personali, stabili e regolari, di cui si possa supporre la continuità nel futuro.

Tali risorse possono derivare da proprietà immobiliari, rendite, attività economiche o commerciali. La valutazione circa la loro adeguatezza è in capo alle autorità consolari italiane all’estero, in sede di rilascio del visto. L'acquisto di un immobile in Italia, dove lo straniero elegge la residenza, viene considerato talvolta sufficiente per considerare integrato il requisito delle risorse economiche.

In ogni caso, se tali risorse sono ritenute adeguate, il visto può essere rilasciato anche al coniuge, ai figli minorenni e ai figli maggiorenni conviventi e a carico.

Il permesso di soggiorno per residenza elettiva, infine, può essere rilasciato in sede di conversione di un precedente permesso per motivi di lavoro, di famiglia ecc., qualora le condizioni economiche dello straniero cambino e lo stesso non abbia più bisogno di lavorare per mantenersi.

 

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