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Quali sono le regole per abitare stabilmente in Italia?

Lo straniero che voglia soggiornare regolarmente e continuativamente in Italia ha diverse possibilità da prendere in considerazione.

Indubbiamente, l’ottenimento dello status di cittadino garantisce tutele e diritti - civili, politici e sociali - di ampiezza maggiore rispetto a qualsiasi titolo di soggiorno per stranieri in Italia; per tale ragione è fondamentale sapere cosa serve per avere la cittadinanza italiana.

I requisiti richiesti variano a seconda che si presenti la domanda di cittadinanza italiana per matrimonio, per residenza o ius sanguinis; in quest’ultimo caso elemento cardine è la discendenza in linea retta da un avo italiano che non abbia perso o rinunciato alla cittadinanza anche in caso di emigrazione all’estero.

La cittadinanza italiana ius sanguinis, difatti, può essere richiesta dallo straniero che riesca a dimostrare la discendenza da un avo italiano. Va effettuata un’ulteriore distinzione tra richiesta di cittadinanza ius sanguinis per via paterna o per via materna.

Nella prima ipotesi, sia in caso di residenza in Italia che in caso di residenza all’estero, sarà sufficiente per il richiedente presentare gli estratti di nascita e matrimonio di tutto l'albero genealogico e provare (tramite il certificato negativo di naturalizzazione) che non vi è stata naturalizzazione straniera né rinuncia alla cittadinanza da parte del proprio dante causa. È necessario dimostrare, pertanto, la cittadinanza si è regolarmente trasmessa dal dante causa ai richiedenti, senza interruzioni.

Qualora la domanda venga presentata in Italia, la competenza ai fini del riconoscimento del diritto è in capo al comune di residenza, qualora invece l’istanza venga presentata all’estero, è il consolato di riferimento a dovere svolgere i necessari accertamenti.

Diverso è il caso in cui la domanda sia presentata per via materna, cioè qualora vi sia nella famiglia del richiedente una donna che abbia avuto figli prima del 1948.  

In tal caso, per ottenere il riconoscimento del diritto, occorre necessariamente dare avvio a un’azione giudiziale presso il Tribunale italiano, in quanto l’amministrazione applica una legge, la n. 555 del 1912, che non riconosce la possibilità per la donna di trasmettere la cittadinanza italiana ai figli.

Ipotesi alternative alla precedente per ottenere lo status civitatis sono – come anticipato - la domanda di cittadinanza italiana per matrimonio, che può essere presentata telematicamente dallo straniero dopo due anni di residenza legale in Italia con il coniuge, o tre in caso di residenza all’estero, (termini dimezzati in presenza di figli) e la domanda di cittadinanza per residenza, che prevede come requisito principale un periodo di residenza ininterrotta e continuativa  in Italia da parte del richiedente, in generale di 10 anni o per i differenti periodi previsti dall'art. 9, legge n. 91/1992.

 In questi ultimi due casi la Prefettura/il Consolato competenti e il Ministero dell’Interno effettuano un’istruttoria approfondita sulla posizione dell’istante, volta ad accertare l’esistenza dei requisiti necessari per ottenere il diritto richiesto.

 

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