Come affrontare la burocrazia in Italia. I primi passi per gli stranieri
La burocrazia è uno scoglio a cui gli stranieri debbono abituarsi ben presto, sin dal primo ingresso in Italia. La richiesta del visto tramite l'Ambasciata, con allegazione di una ricca documentazione indispensabile per vedere accolta la propria istanza; l'ingresso e la richiesta, entro i seguenti 8 giorni, del permesso di soggiorno, cui seguono i rilevamenti dattiloscopici (le c.d. impronte digitali), più la domanda di iscrizione anagrafica, con relativi controlli dei vigili urbani.
Questi sono soltanto esempi.
Altro modello conosciuto di burocrazia è quello che investe la domanda per la cittadinanza italiana. Il richiedente, per poter presentare la domanda, non solo deve raccogliere una serie di documenti attestanti il possesso dei requisiti di legge, ma deve anche allegarli all'interno di un modulo di domanda telematico sul portale web del Ministero dell'Interno, rispettando dei determinati requisiti informatici.
Il modello cittadinanza per residenza, infatti, dopo i dati materiali relativi all'istante, al suo nucleo familiare, ai suoi redditi e alle autocertificazioni relative alla posizione giudiziaria in Italia, chiede di allegare - con modalità telematiche - determinati documenti, quali l'atto di nascita e il certificato penale del Paese di origine, i quali, pertanto, devono essere stati previamente scansionati.
Le implicazioni burocratiche non sono le uniche per cui l'assistenza di un legale si rende come necessaria, o per lo meno opportuna. Infatti, dopo aver presentato la domanda, se tutto è andato a posto, lo straniero è tenuto a effettuare un periodico controllo cittadinanza italiana online.
Seguire l'andamento della pratica online è importante per aumentare le possibilità che la domanda venga accolta, e quindi per evitare di cadere in un diniego cittadinanza italiana e il ricorso al giudice, a quel punto, si prospetterebbe come una via obbligata.
Ma il primo step, naturalmente, rimane sempre un'attenta valutazione dei requisiti, che normalmente rappresenta un'attività riservata a professionisti specializzati e abituati a lavorare con la domanda per la cittadinanza italiana. In primo luogo è essenziale verificare che il richiedente possieda il requisito reddituale, ovvero se il medesimo possiede redditi sufficienti, ovvero superiori al reddito minimo per l'esenzione dalla partecipazione alle spese sanitarie, per poter essere considerato autosufficiente e non un carico per lo Stato. Nella valutazione dei redditi, ricordiamo, si deve far riferimento alle risorse di tutti i componenti il nucleo familiare, così come risultano sul certificato dello stato di famiglia.