Skip to main content

I discendenti di italiani possono richiedere il permesso per lavorare in Italia?

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2019, c.d. “decreto flussi”, prevede importanti privilegi per i discendenti di avi italiani.

Ricordiamo preliminarmente che lo ius sanguinis in Italia rappresenta il criterio primario e indiscusso della trasmissione della cittadinanza: è italiano il figlio di padre o madre cittadini.

Il tema dello ius sanguinis in Italia è trattato principalmente in relazione all’acquisto della cittadinanza italiana, ma se parliamo del decreto flussi l’obiettivo del discendente di sangue italiano diventa più ristretto e specifico, e consiste nell’ottenere un permesso di soggiorno per poter lavorare in Italia.

C’è anche da dire che i temi della cittadinanza e del permesso di soggiorno per lavoro possono incontrarsi e connettersi, nel senso che il discendente di avo italiano che ha una procedura in corso per il riconoscimento della cittadinanza ius sanguinis Italia, amministrativa o giudiziale, può avere interesse ad “anticipare” il provvedimento di riconoscimento della cittadinanza perché vuole lavorare in Italia.

Permesso di soggiorno per lavorare in Italia per i discendenti di italiani

Se l’interesse è solo quello di soggiornare in Italia, e non anche di lavorare, il discendente di avo italiano potrebbe limitarsi a richiedere un permesso di soggiorno per attesa cittadinanza, ma sappiamo che questo permesso, in linea generale, è previsto solo per chi presenta l’istanza ius sanguinis in Italia tramite Comune (anzi, è obbligatorio richiedere il permesso se la pratica amministrativa va oltre i 90 giorni), e non anche per chi ha avviato una procedura giudiziale; e comunque il permesso di soggiorno per attesa cittadinanza non ammette lo svolgimento di attività lavorativa.

Può quindi diventare interessante, per il discendente di antenato italiano, accedere ai flussi di ingresso 2019, sulla base dell’art. 2, comma 3, del decreto sopra citato, di cui si riporta il testo:

“È inoltre consentito l'ingresso in  Italia,  nell'ambito  della quota indicata al comma 1,  per  motivi  di  lavoro  subordinato  non stagionale e  di  lavoro  autonomo,  di  100  lavoratori  di  origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado  in linea  diretta  di  ascendenza,  residenti  in  Argentina,   Uruguay, Venezuela e Brasile”.

Esistono quindi due requisiti di accesso: a) il grado di discendenza, in quanto sono ammessi a richiedere il permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo solo i discendenti entro il terzo grado di avo italiano; b) il Paese di residenza, che deve essere necessariamente uno di quelli sopra indicati.

L’interesse in oggetto è quindi poter lavorare in Italia, in forma autonoma o subordinata, a prescindere dal fatto che il discendente di avo italiano abbia la volontà di richiedere il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis.

Tornando invece al tema della cittadinanza, gli stessi stranieri residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile potrebbero conseguire la cittadinanza anche per altre vie, come qualsiasi altro cittadino straniero. Lo ius sanguinis in Italia, infatti, è sì il criterio principale per poter ottenere la cittadinanza, ma non l’unico. Altre ipotesi fondamentali, infatti, sono l’acquisto della cittadinanza per residenza ininterrotta in Italia (per un periodo prestabilito, che in generale, per i cittadini extracomunitari, è di 10 anni), oppure per matrimonio con cittadino italiano.

L’interessato non è sempre al corrente di cosa serve per avere la cittadinanza italiana, per questo motivo può essere prezioso il supporto di uno studio legale che da tanti anni si occupa in modo specifico di questo. Anche una volta presentata la domanda, spesso lo straniero consulta la pratica di cittadinanza in modo passivo, senza dare impulso alla procedura, sì che i tempi della pratica di dilatano sensibilmente. L’assistenza di un avvocato esperto di cittadinanza italiana può essere importante anche per velocizzare i tempi del procedimento, perché la mole di domande è davvero esorbitante, e se l’interessato rimane passivamente ad attendere rischia che la sua pratica finisca nel dimenticatoio.

 

Invia la tua richiesta

Se vuoi maggiori informazioni, compila questo modulo.
Ti contatteremo il prima possibile.
 
Accertarsi di inserire una email corretta altrimenti sarà per noi impossibile rispondere.

P.S: In mancanza di una risposta entro 5 giorni, bisogna intendere che, in relazione all'argomento sottoposto, lo Studio non ha la possibilità di prendere in carico il caso



Via dei Gracchi, 151 
00192 Roma

Orari ufficio:

Dal lunedì al venerdì

9.00 - 13.00
 15.00 - 19.00

Si riceve solo
previo appuntamento
telefonico o e-mail

info@avvocatoimmigrati.it

Chiama allo 06.88921971