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La revoca della cittadinanza italiana prevista dal decreto sicurezza 2018

Il decreto Sicurezza (decreto legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con legge del 1° dicembre 2018, n. 132) ha introdotto nella legge 5 febbraio 1992 n. 91 una norma molto discussa e di assoluto rilievo in materia di cittadinanza, ovvero la revoca della stessa nel caso in cui lo straniero (naturalizzato), successivamente all'acquisizione dello status, venga condannato per reati di terrorismo o altri delitti di assoluta gravità che ledono o mettono a rischio la personalità e/o la sicurezza dello Stato.

Riportiamo il testo dell'articolo introdotto dal Decreto Sicurezza.

«Art. 10-bis. — 1. La cittadinanza italiana acquisita ai sensi degli articoli 4, comma 2, 5 e 9, è revocata in caso di condanna definitiva per i reati previsti dall’articolo 407, comma 2, lettera a), n. 4), del codice di procedura penale, nonché per i reati di cui agli articoli 270-ter e 270-quinquies.2, del codice penale. La revoca della cittadinanza è adottata, entro tre anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna per i reati di cui al primo periodo, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno.».  

La revoca della cittadinanza italiana per gli stranieri

Dunque, la cittadinanza può essere revocata in caso di condanna passata in giudicato per:

  • reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni, nonche' delitti di cui agli articoli 270, terzo comma, e 306, secondo comma, del codice penale;
  • delitto di assistenza agli associati ("Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di favoreggiamento, dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipano alle associazioni indicate negli articoli 270 e 270-bis...");
  • delitto di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale ("Chiunque, al di fuori dei casi di cui all'articolo 270-bis, addestra o comunque fornisce istruzioni sulla preparazione o sull'uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose, nonché di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero, un'istituzione o un organismo internazionale...")

I profili di criticità attengono soprattutto alla natura del diritto di cui si discute. La cittadinanza, infatti, costituisce uno status, una qualità essenziale della persona, con caratteri d’assolutezza, originarietà, indisponibilità ed imprescrittibilità. Pesanti dubbi di legittimità costituzionale sorgono in merito alla possibilità di revocare uno status della persona, una volta che questo viene formalmente acquisito.

La norma è ancor più discutibile se si pensa che, promosso il principio per cui la cittadinanza, in astratto, può essere revocata, nelle mani dello Stato verrebbe a configurarsi un potere "pericoloso", dai confini assolutamente incerti, posto che il legislatore potrebbe aumentare a discrezione la lista di reati in relazione ai quali è ammessa la revoca della cittadinanza.

L'istituto della revoca della cittadinanza, pertanto, seppure oggi confinato a fattispecie delittuose ben individuate e di assoluta rilevanza pubblicisitica, crea uno strappo importante nel nostro ordinamento: punto di svolta che potrebbe svilire i caratteri sopra menzionati, della cittadinanza, ovvero la sua natura di status essenziale e indisponibile della persona.  

Una parte dell'opinione politica ha criticato la norma in discorso, sostenendo che l'istituto della revoca determina un sotto-tipo di cittadinanza, una cittadinanza italiana declassificata, di serie B si può dire: in poche parole, mentre il cittadino italiano dalla nascita non si vedrà mai strappare la sua cittadinanza, lo straniero naturalizzato, al contrario, sarà in possesso di uno status "a condizione".

E' chiaro che il Governo ha concepito la revoca della cittadinanza come strumento, come "mezzo per". L'obiettivo finale è quello di consentire l'espulsione dello straniero che si macchia di reati di estrema gravità, posto che nessun cittadino italiano può essere espulso.

Il tempo ci dirà se la revoca della cittadinanza sopravviverà al vaglio della Corte Costituzionale.

 

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