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Articoli Cittadinanza Italiana

La cittadinanza italiana può considerarsi l’ultimo tassello del percorso di integrazione dello straniero in Italia, che inizia con il rilascio del permesso di soggiorno e ha il più delle volte, come tappa intermedia, l’acquisto dello status di soggiornante di lungo periodo.

Selezioniamo gli articoli e le tematiche di maggiore rilevanza in tema di cittadinanza italiana, con il proposito di tenere informati i nostri utenti sui percorsi amministrativi e giudiziari che portano ad ottenere questo importante beneficio.

Analizziamo anche fattispecie molto particolari, prendendo spunto dalla ricca casistica che ci viene sottoposta ogni giorno nell’esercizio della professione. In questo modo, cerchiamo di aiutare quegli utenti che difficilmente, sul web, trovano risposte ai loro problemi “di nicchia”. 

 


Cos'è la cittadinanza italiana per naturalizzazione

Che cos’è la cittadinanza? La cittadinanza è una condizione di appartenenza a uno Stato necessaria alle persone fisiche perché possano godere pienamente dei diritti civili e politici ed essere assoggettate agli obblighi riconosciuti dall’ordinamento giuridico statale. Per di più secondo la nostra Costituzione i cittadini italiani non potranno mai e in nessun caso essere privati della loro cittadinanza. In particolare chi risiede in uno Stato senza la cittadinanza viene definito straniero. Al riguardo uno straniero extracomunitario che voglia diventare cittadino italiano può richiedere la cittadinanza italiana per naturalizzazione dopo aver risieduto stabilmente e legalmente in Italia per 10 anni.

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Matrimonio e cittadinanza italiana qual è l'iter corretto?

La cittadinanza italiana attraverso il matrimonio o l'unione civile con un cittadino italiano è regolata dagli articoli 5, 6, 7 e 8 della legge n. 91 del 1992 sulla cittadinanza italiana. Il coniuge non italiano sposato con un cittadino italiano può richiedere la cittadinanza italiana per matrimonio dopo due anni dal matrimonio / unione civile, se residente in Italia. Questo termine è ridotto della metà in presenza di figli, anche adottati. A seguire sarà illustrato l'iter corretto da seguire.

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Sposare uno straniero per fargli ottenere la cittadinanza si può fare?

Burocrazia italiana: ottenere la cittadinanza sposando un cittadino italiano Al giorno d'oggi i discorsi legati all'ottenimento della cittadinanza europea da parte dei cittadini non europei detengono un'importanza fondamentale. Alle questioni di cittadinanza, infatti, si ricollegano i problemi derivanti dalla gestione degli enormi flussi migratori che stanno interessando il bacino del Mediterraneo, con sbarchi che di giorno in giorno portano sulle coste italiane rifugiati provenienti da altri paesi.

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Il ricorso al giudice nei procedimenti di acquisto della cittadinanza per matrimonio

Come sappiamo, il decreto sicurezza, ossia il decreto legge 4 ottobre 2018 n. 113, convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, ha abrogato la norma che impediva all’Amministrazione di respingere la domanda di cittadinanza per matrimonio decorsi due anni dalla data di presentazione. Sulla base della norma abrogata, pertanto, l’interessato maturava un diritto soggettivo a vedersi riconoscere cittadino italiano, decorsi 2 anni dalla domanda, che poteva essere esercitato pacificamente davanti al giudice ordinario.

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Quali sono i documenti necessari per richiedere la cittadinanza quando si sposano uno straniero e una persona italiana

La legge italiana permette a un cittadino straniero di richiedere la cittadinanza italiana per ragioni di unione matrimoniale con un cittadino italiano. Per poter far richiesta della cittadinanza italiana, nel caso in cui si è coniuge di un cittadino italiano, è necessario essere in possesso di determinati requisiti. Quello principale è aver risieduto per un periodo pari o maggiore di due anni in Italia dopo il matrimonio, o che siano trascorsi tre anni dal matrimonio, se la domanda è presentata all'estero. Nel caso in cui la coppia abbia figli biologici o adottati, il tempo di attesa si dimezza, e pertanto diventa, rispettivamente, di un anno, per le domande presentate in Italia, e un anno e mezzo, per le domande presentate all'estero.

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Vivere da 10 anni in Italia è un requisito minimo per avere la cittadinanza?

Vivere stabilmente e legalmente in Italia da dieci anni è uno dei requisiti per la cittadinanza italiana per residenza (c.d. naturalizzazione). In primo luogo, occorre che la residenza nel Paese sia stata sempre continuativa nei dieci anni e a dimostrarlo è uno specifico certificato ("certificato storico di residenza") che deve essere richiesto al proprio Comune di residenza; in secondo luogo, è necessario che la residenza sia sempre stata legale, ossia che il richiedente abbia avuto un regolare "permesso di soggiorno" in Italia. Per la domanda di cittadinanza per residenza, è necessario che il richiedente sia stato titolare di redditi non inferiori a un predeterminato ammontare negli ultimi tre anni. I redditi sono autodichiarati sebbene sia utile procurarsi la documentazione fiscale prima di inoltrare la domanda, al fine di evitare errori...

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Si può perdere la cittadinanza dopo il divorzio?

Poiché la cittadinanza italiana si può ottenere anche tramite matrimonio, sorge spontanea la domanda: si può perdere la cittadinanza dopo il divorzio? Per capire se il divorzio faccia venir meno la conservazione al diritto di cittadinanza, occorre procedere per gradi, ricordando quali requisiti sono necessari per richiedere la cittadinanza italiana Iure matrimonii, ossia per diritto di matrimonio.

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Se sposo una persona italiana posso ottenere prima dei 48 mesi la cittadinanza?

Gli stranieri extracomunitari o comunitari coniugati con cittadini italiani hanno la facoltà di chiedere la cittadinanza italiana. La normativa di riferimento è la Legge n.91 del 5 febbraio 1992. La cittadinanza "Iure Matrimonii" non si acquista automaticamente, ma solo ove si riscontri la sussistenza di determinati requisiti e dopo aver presentato la domanda alla Prefettura della provincia di residenza del richiedente. I tempi di attesa dalla presentazione della domanda sono piuttosto lunghi. È possibile velocizzare pratica cittadinanza per matrimonio in modo da ottenerla prima dei 48 mesi?

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Cosa è cambiato e cosa si deve fare per richiedere la cittadinanza quando si sposa una persona

Le recenti disposizioni entrate in vigore con il cosiddetto Decreto Sicurezza, in materia di immigrazione non hanno interessato solo la protezione internazionale, ma anche la materia della cittadinanza italiana. Si ricorda preliminarmente che la domanda viene presentata e gestita attraverso una procedura completamente telematica superando del tutto le richieste cartacee, e con l'invio dei documenti in formato elettronico.

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Come fare a verificare la pratica di cittadinanza richiesta dopo essersi sposati

Come ottenere la cittadinanza per matrimonio (requisiti e casi di diniego) In base all' articolo 5 della legge 91 del 1992 la cittadinanza italiana può essere acquistata se ci si congiunge in matrimonio con un cittadino Italiano. I requisiti per ottenere la cittadinanza Italiana per Matrimonio riguardano l' unione in matrimonio da almeno tre anni, se si risiede all'estero, da almeno due anni se si risiede stabilmente sul territorio Italiano e in ogni caso il tempo si dimezza in presenza di figli. Il nostro ordinamento giuridico prevede anche dei casi di diniego. Infatti, in base alla normativa, la cittadinanza è preclusa:

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Il diritto di cittadinanza per uno straniero

Il diritto di cittadinanza per uno straniero (premessa) Secondo il nostro ordinamento giuridico e in base alla legge del 5 febbraio 1992 n. 91, la Cittadinanza Italiana si acquista per: Nascita, quando la persona è figlio di padre o madre cittadini Italiani, oppure se trovato sul territorio Italiano e i genitori sono ignoti; Adozione di uno straniero da parte di cittadini Italiani; Filiazione quando tra un minore e un cittadino Italiano intercorre un rapporto di parentela genitoriale; Discendenza, e cioè quando uno straniero o apolide proviene da genitori o parenti in linea retta di secondo grado Italiani; Residenza o Naturalizzazione, quando si risiede sul territorio Italiano da almeno 10 anni, o altro termine specificamente previsto all'art. 9, legge n. 91/1992; Matrimonio quando si è uniti in matrimonio da almeno tre anni, se...

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Bentornato ricorso al Tar per la cittadinanza grazie al decreto sicurezza

Come noto, il decreto legge 4 ottobre 2018 n. 113, convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, ha elevato il termine del procedimento in materia di concessione della cittadinanza italiana da 730 giorni a 48 mesi. L'estensione del termine, come specificato dalla stessa legge, riguarda anche i procedimenti in corso: per cui si può dire che il decreto sicurezza, sotto questo profilo, ha efficacia retroattiva. Se la notizia è stata molto negativa per tutti coloro che si trovano con la pratica agli inizi, che dunque vedono allungarsi i tempi di attesa della cittadinanza, può invece festeggiare chi attende una risposta sulla sua domanda di cittadinanza da almeno 3 anni. Spieghiamo il perché.

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Quali sono i documenti necessari per presentare la domanda di cittadinanza

I documenti necessari per presentare domanda di cittadinanza per residenza sono i seguenti: Carta d’identità fronte e retro; permesso di soggiorno (o attestato diritto al soggiorno permanente per i cittadini UE); certificato penale del paese di origine, tradotto in italiano e legalizzato dall’autorità consolare (o apostille se il Paese fa parte della Convenzione dell’Aja del 1961); atto di nascita del paese di origine, tradotto in italiano e legalizzato dall’autorità consolare (o apostille se il Paese fa parte della Convenzione dell’Aja su citata), o redatto con il modulo plurilingue, nel caso in cui si tratti di Stato aderente alla Convenzione di Vienna del 1976; ricevuta pagamento di € 250,00, da effettuarsi sul conto corrente postale n. 809020 intestato al Ministero dell’Interno-DLCI, causale "cittadinanza" (il...

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Come si presenta oggi il portale cittadinanza del Ministero dell'interno. Le nuove diciture relative allo stato della pratica online e i riferimenti all’avvocato

Sono cambiate le diciture sul sito ministeriale, dove i richiedenti controllano ogni giorno l’andamento delle loro pratiche di cittadinanza. E’ cambiata la forma ma non muta la sostanza. Andiamo a vedere. Quando, in precedenza, appariva la voce “l’istruttoria è stata avviata; si è in attesa dei pareri necessari alla definizione della pratica”, voleva dire che la pratica si trovava in fase istruttoria presso la Prefettura, il più delle volte in attesa del rilascio del rapporto informativo della Questura.

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Il nuovo termine dei procedimenti relativi alla cittadinanza italiana per residenza e per matrimonio fissato in 48 mesi

Il decreto-legge 4 ottobre 2018 n. 113 (decreto sicurezza), convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, ha complicato le cose per gli stranieri che intendono ottenere la cittadinanza italiana, avendo esteso il termine del procedimento da 730 giorni a 48 mesi. Chi ha presentato la domanda di cittadinanza già da tempo, sia per residenza che per matrimonio, può sperare che la procedura, essendosi svolta per lo più sotto la vigenza del precedente termine di 730 giorni, sia già arrivata a buon punto. Tuttavia, c’è da dire che l’Amministrazione già si sta facendo scudo con il nuovo termine del procedimento, ossia “liquida” i solleciti post-decreto rispondendo che il termine adesso è di 48 mesi: un tacito invito a “non disturbare”.

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L'introduzione dell'obbligo di conoscenza della lingua italiana per la concessione della cittadinanza

Un buon livello di conoscenza della lingua italiana è sempre stato un requisito implicito per la concessione della cittadinanza italiana per residenza. Se, infatti, tale concessione si fonda sull’integrazione dello straniero nel tessuto sociale dello Stato, non si spiegherebbe come uno straniero possa essere ritenuto integrato se non parla, e intende, la nostra lingua. Tanto è vero che alla cronaca sono passati diversi casi di annullamento del decreto di concessione della cittadinanza per il fatto che il richiedente, all’atto del giuramento, aveva dimostrato di non comprendere cosa gli veniva detto e non riusciva ad esprimersi a sua volta in lingua italiana.

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L'abrogazione del silenzio-assenso per le domande di cittadinanza per matrimonio

Il decreto legge 4 ottobre 2018 n. 113 (decreto sicurezza), convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, tra l’altro, ha abrogato il comma 2 dell’articolo 8 della Legge 5 febbraio 1992 n. 91. Tale norma così recitava: “l’emanazione del decreto di rigetto dell'istanza è preclusa quando dalla data di presentazione dell'istanza stessa, corredata dalla prescritta documentazione, sia decorso il termine di due anni". Per pacifica giurisprudenza, decorso inutilmente il suddetto termine di 2 anni, il richiedente diventava titolare di un vero e proprio diritto soggettivo ad essere riconosciuto cittadino italiano, da farsi valere dinanzi al giudice ordinario (si vedano: Cass. Civ., Sez. Unite, Sentt. 7-7-1993, n. 7441 e 27-1-1995, n. 1000; T.A.R. Lazio Sez. II Quater 28/3/07 n. 2727).

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Le modifiche del decreto sicurezza in materia di cittadinanza del 2018

Le modifiche del decreto sicurezza in materia di cittadinanza Il decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con legge del 1° dicembre 2018, n. 132, recante "disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata" ha introdotto importanti novità anche in materia di cittadinanza italiana. Le norme che riguardano la cittadinanza sono contenute nell'art. 14.

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La revoca della cittadinanza italiana prevista dal decreto sicurezza 2018

Il decreto Sicurezza (decreto legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con legge del 1° dicembre 2018, n. 132) ha introdotto nella legge 5 febbraio 1992 n. 91 una norma molto discussa e di assoluto rilievo in materia di cittadinanza, ovvero la revoca della stessa nel caso in cui lo straniero (naturalizzato), successivamente all'acquisizione dello status, venga condannato per reati di terrorismo o altri delitti di assoluta gravità che ledono o mettono a rischio la personalità e/o la sicurezza dello Stato. Riportiamo il testo dell'articolo introdotto dal Decreto Sicurezza. «Art. 10-bis. — 1. La cittadinanza italiana acquisita ai sensi degli articoli 4, comma 2, 5 e 9, è revocata in caso di condanna definitiva per i reati previsti dall’articolo 407, comma 2, lettera a), n. 4), del codice di procedura penale, nonché per i reati di cui agli...

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Quando la donna perdeva automaticamente la cittadinanza italiana prima del 1948

Sempre più attuale è il tema della trasmissione della cittadinanza iure sanguinis per linea materna. Ricordiamo che la donna italiana, ai sensi della legge allora applicabile (la n. 555 del 1912) perdeva la cittadinanza automaticamente e involontariamente per aver contratto matrimonio con cittadino straniero il cui ordinamente prevedesse, quale effetto automatico del matrimonio, la trasmissione della cittadinanza dal marito alla moglie. Ciò accadeva ad esempio nel Regno Unito, sulla base di una legge del 1919, per la quale, il cittadino inglese che si coniugava con cittadina straniera (nel nostro caso, italiana) trasferiva automaticamente alla moglie la propria cittadinanza britannica. Nel 1975, l'art. 10 della legge italiana n. 555 del 1912, che riportiamo testualmente ("La donna cittadina che si marita ad uno straniero perde la...

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Cittadinanza in Italia? Si magari per matrimonio: c'è diritto in caso di divorzio pronunciato dopo che già erano trascorsi 2 anni dalla domanda? Il caso di Natalia

Una cittadina russa ha presentato domanda di cittadinanza italiana per matrimonio con cittadino italiano, dall’estero, tramite Consolato. Chiede il mio aiuto dopo essere stata convocata dall'Ambasciata per il ritiro del decreto. Il problema? Durante la procedura è intervenuto il divorzio dal coniuge italiano. Il matrimonio era stato celebrato in Italia, il divorzio invece proviene da una sentenza pronunciata da un tribunale russo, non ancora trascritta in Italia. L'amministrazione non è chiaramente al corrente di quanto sopra. La particolarità è che il divorzio è arrivato quando era già decorso il termine di due anni stabilito dall'art. 8, comma 2, della legge 5 febbraio 1992 n. 91.

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E' possibile ottenere la cittadinanza, como obter a cidadania italiana, nel caso del figlio naturale riconosciuto dal solo genitore non italiano?

Uno degli ascendenti in linea retta non era sposato. E’ un problema per la trasmissione della cittadinanza? Uno dei problemi principali riguarda la differenza di status tra figlio naturale e figlio legittimo: per questo motivo i certificati di matrimonio, in ordine di priorità, si collocano al secondo posto della graduatoria (ricordiamo che il figlio naturale è quello nato al di fuori del matrimonio). In Brasile la situazione classica era quella del padre che dichiarava la nascita del figlio, indicando il nome della madre che però non era presente. Se la coppia era sposata non vi è nessun problema. Se invece il figlio è nato fuori dal matrimonio, allora è necessario che il riconoscimento risulti effettuato da entrambi i genitori (con dichiarazioni non necessariamente contestuali), o quantomeno dal genitore di origine italiana che...

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Per lo straniero che richiede la cittadinanza, ogni precedente penale può rappresentare uno scoglio insuperabile

Il Tar Lazio Roma, sez. II quater, 26 settembre 2017, n. 9928, seppure in un caso che si è rivelato favorevole al ricorrente straniero, ha approfittato per consolidare l’orientamento secondo cui il provvedimento di concessione della cittadinanza per residenza è un atto altamente discrezionale, nell’adottare il quale, la pubblica amministrazione può valutare ogni elemento utile a dimostrare la reale corrispondenza tra l’interesse dello straniero ad ottenere lo status civitatis e quello dello Stato ad accogliere il medesimo nella propria comunità. Succede spesso che lo straniero si vede recapitare un preavviso di diniego della cittadinanza per cause piuttosto tenui, reati prescritti o querele rimesse. Tale provvedimento appare, ad opinione di chi scrive, eccessivamente severo, specialmente in presenza di tanti altri elementi favorevoli all’aspirante...

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Cittadinanza italiana la si può avere per matrimonio e per separazione di fatto dei coniugi intervenuta nel corso del procedimento. Nuove prospettive

La Corte di cassazione, I^ Sezione, con la sentenza del 17 gennaio 2017, n. 969, ha stabilito un principio importante, che potrebbe notevolmente condizionare il futuro modus operandi della pubblica amministrazione nei procedimenti per il riconoscimento della cittadinanza italiana per matrimonio ai sensi dell’art. 5, Legge 5 febbraio 1992 n. 91. Sappiamo che la separazione di fatto dei coniugi è considerata dall’amministrazione come una condizione ostativa al riconoscimento della cittadinanza (sempreché, a norma del suddetto art. 5, detta separazione sia intervenuta prima dell’adozione del decreto). Ne sono bene al corrente gli stranieri che si vedono richiedere, nella lettera di convocazione per il ritiro del decreto, alcune certificazioni da cui risulti l’attualità ed effettività del vincolo coniugale, se non addirittura la presenza...

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Le due fasi del percorso per ottenere la cittadinanza italiana via materna per i nati prima del 48

Per i discendenti da donna italiana nati prima del 1948, il percorso che porta all’acquisizione della cittadinanza italiana iure sanguinis per via materna si articola in due fasi. La prima fase è l’azione giudiziale. Il requisito cardine dell’açao judicial per linea materna, come detto, è la presenza, nell’albero genealogico, di una donna il cui discendente sia nato prima del 1948. Altrimenti, la cittadinanza iure sanguinis si chiede in via amministrativa. 

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Cittadinanza italiana iure sanguinis per via giudiziale: e i discendenti per via paterna?

I discendenti di avi italiani per la via paterna, nei Paesi come il Brasile dove il numero di domande di cittadinanza italiana è altissimo, si interessano sempre più alla possibilità di realizzare il "sonho de passaporte italiano" tramite un’azione giudiziaria, lamentando la lunghissima lista di attesa nei Consolati italiani di riferimento, che di fatto obbligano i richiedenti ad attendere tempi infiniti, anche 10-15 anni, per ottenere la “dupla cidadania”. Riagganciandosi a una giurisprudenza risalente al 2014 (Tribunale di Roma, 5 dicembre 2014), che ha accolto la domanda presentata da discendenti per via paterna, l’orientamento dei giudici si è attualmente assestato su una posizione favorevole ai discendenti italiani iure sanguinis per via paterna. È vero, infatti, che mentre i discendenti di avi italiani che chiedono...

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