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Tutto sulla cittadinanza italiana iure sanguinis per via amministrativa

La domanda di cittadinanza italiana iure sanguinis per via amministrativa può essere presentata con due differenti modalità:

  • Tramite Consolato italiano, nel Paese di provenienza del richiedente;
  • direttamente in Italia, con istanza da presentarsi al Sindaco del comune di residenza.

La prima ipotesi ha il grave inconveniente dei tempi di attesi. In Brasile, ad esempio, Paese in cui ci sono molti discendenti di avi italiani interessati ad ottenere il riconoscimento della cidadania italiana, i consolati impiegano di media 10 anni per concludere il procedimento.

Sono tempi di attesa lunghissimi, dovuti a problemi di risorse e di organico dell’Amministrazione italiana, che di fatto scoraggiano gli interessati ad avviare la pratica tramite il proprio Consolato.

La soluzione di richiedere la cittadinanza in Italia diventa così una strada molto allettante. 

L’interessato, in questo caso, salvo naturalmente che non sia già radicato in Italia, deve fissare la residenza nel Comune italiano dove intende presentare la domanda di cittadinanza.

La scelta del Comune è assolutamente libera. Infatti l’interessato non è obbligato a rivolgersi al Comune di nascita dell’avo italiano.

Quali sono i tempi per ottenere la cittadinanza per via amministrativa in Italia?

Questo è il primo interrogativo che si pone il discendente di avo italiano.

Iniziamo con il dire che prevedere la durata precisa del procedimento è pressoché impossibile, perché entrano in gioco diverse variabili, tra le quali, soprattutto, il tempo che concretamente impiega il Consolato italiano di riferimento a rilasciare al Comune l’attestato di mancata rinuncia alla cittadinanza degli ascendenti del richiedente.

L’unico parametro certo è la durata massima del procedimento: per legge, il procedimento in questione deve concludersi entro il termine di 180 giorni.

Tuttavia, com’è noto, chi decide di avviare la pratica amministrativa difficilmente può trattenersi in Italia per molto tempo, perché nel suo Paese lascia la famiglia, il lavoro e le proprie quotidiane occupazioni.

Con il nostro Studio, è possibile svolgere la procedura “con procura”.

Il Cliente rimane in Italia fino al passaggio dei vigili (circa 15-20 giorni), che verificano la residenza. Dopodiché, la procedura viene portata avanti dal nostro staff, che si occupa anche di richiedere, al termine, il certificato di cittadinanza e l’atto di nascita registrato all’anagrafe italiana.

Rimane inteso che il richiedente dovrà garantire di poter rientrare in Italia, laddove richiesto, quindi di mantenersi reperibile e disponibile.

Di fatto, il procedimento amministrativo può durare da un mese a tre mesi. E’ fondamentale evitare di oltrepassare i 3 mesi, poiché in tal caso, non integrandosi più il “breve soggiorno”, l’interessato dovrebbe richiedere il permesso di soggiorno per “attesa cittadinanza”.

Quali sono le fasi del procedimento?

  • La dichiarazione di presenza

Il primo passo da compiere consiste in un adempimento di legge necessario per salvaguardare la posizione del richiedente, dal punto di vista del rispetto delle norme in materia di immigrazione in Italia: egli è tenuto a rilasciare la dichiarazione di presenza.

Si tratta di un onere la cui finalità è quella di attribuire data certa all’ingresso dello straniero, nei casi di soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni), per i quali non è necessario richiedere il permesso di soggiorno.

L'art. 1 della L. 28 maggio 2007, n. 68, prevede che la dichiarazione di presenza, prevista per i soggiorni di durata inferiore a tre mesi, viene resa dinanzi l'Autorità di frontiera, se lo straniero non proviene dall'Area Schengen, ovvero al Questore, entro otto giorni dall'ingresso, se al contrario lo straniero proviene dall'Area Schengen. 

  • Richiesta del codice fiscale

Il passo successivo consiste nella richiesta del codice fiscale, che va presentata dinanzi all’Agenzia delle Entrate competente per territorio. Non occorre dilungarsi su questo punto, basta dire che il codice fiscale è indispensabile affinché possa compiersi lo step successivo.

  • Presentazione della domanda di residenza

Questo è un passaggio fondamentale. L’interessato, come già detto sopra, per poter avviare la procedura deve prima fissare la residenza all’interno del Comune procedente.

Si ricorda che ai sensi della circolare n. 32 del 2007 del Ministero dell'Interno, la dichiarazione di presenza è titolo utile ai fini dell'iscrizione anagrafica per poter avviare detto procedimento. 

Pertanto, in deroga alle norme in materia di immigrazione, il richiedente la cittadinanza per eleggere residenza non deve possedere un permesso di soggiorno.

La residenza, naturalmente, presuppone la disponibilità di un alloggio.

Generalmente viene stipulato con il proprietario dell’immobile un contratto di locazione, oppure un contratto di comodato d’uso, ovvero viene rilasciata, dal proprietario stesso, una dichiarazione di ospitalità.

Depositata l’istanza all'Ufficio dell'anagrafe, i vigili, incaricati dal Comune, andranno a verificare che il richiedente effettivamente risiede e dimora in quel dato indirizzo.

I tempi necessari al passaggio dei vigili dipendono essenzialmente dalla grandezza del comune prescelto. Per Comuni come Roma o Milano, ad esempio, è possibile che si debba attendere anche un mese.

Nell’attesa del passaggio dei vigili, è fondamentale che il richiedente rimanga il più possibile in casa per evitare di non farsi trovare: in questo caso si renderebbero necessarie ulteriori visite da parte dei vigili, che allungherebbero inutilmente i tempi di attesa.

  • Presentazione della domanda di cittadinanza

Ed ecco il momento decisivo. Una volta che l’interessato è stato iscritto all’anagrafe della popolazione residente, è possibile presentare la domanda di cittadinanza.

L’interessato consegna al comune tutti i documenti attestanti la discendenza, compreso il certificato negativo di naturalizzazione dell’avo italiano, debitamente tradotti e legalizzati dall’autorità consolare, ovvero “apostillati”, se lo Stato di provenienza ha aderito alla Convenzione dell’Aja del 1961.

Il Comune, a questo punto, procede alla verifica della documentazione, accerta la regolare trasmissione della cittadinanza dall’avo italiano fino all’istante, e infine richiede all’autorità consolare italiana competente, sulla base della residenza/domicilio dei vari antenati, il certificato di mancata rinuncia alla cittadinanza da parte degli antenati stessi.

E’ questo, come si diceva prima, il momento che maggiormente incide sulla durata complessiva del procedimento.

Seguirà, laddove la procedura dovesse oltrepassare i 90 giorni, la richiesta del permesso di soggiorno per “attesa cittadinanza”.

  • Adempimenti finali

Conclusa l’istruttoria, accertati tutti i presupposti di legge, viene riconosciuta la cittadinanza italiana mediante provvedimento del Sindaco.

A questo punto, l’intessato (o persona delegata) richiederà al Comune il certificato di cittadinanza e l’atto di nascita trascritto nel registro civile italiano.

Inoltre, egli potrà richiedere la carta d’identità e il passaporto italiano (quest’ultimo, ricordiamo, può essere richiesto anche al Consolato italiano del Paese di provenienza).

I documenti di cui sopra serviranno al richiedente per iscriversi all’AIRE, cioè all’anagrafe italiana dei residenti all’estero.

La pratica di iscrizione all’AIRE viene gestita dal Consolato italiano del Paese di provenienza.

Una volta perfezionata, il Comune che ha rilasciato la cittadinanza procederà alla cancellazione dell’interessato dalla propria anagrafe della popolazione residente, e non c’è più altro da fare.

Quali servizi prevede la nostra assistenza?

Lo Studio Boschetti assiste il richiedente in tutto il procedimento volto alla concessione della cittadinanza italiana iure sanguinis per via amministrativa.

Dobbiamo ricordare che l’elemento fondamentale per la buona riuscita dell’incarico è che la domanda di cittadinanza sia corredata di tutti i documenti necessari a dimostrare la discendenza dall’avo italiano, ovvero:

  • Atto integrale di nascita dell’avo italiano emigrato all’estero, rilasciato dal Comune italiano in cui nacque (oppure certificato di battesimo, se al momento della nascita non risultavano ancora costituiti i registri dell’anagrafe civile);
  • atto integrale di matrimonio dell’avo italiano;
  • atto integrale di morte dell’avo italiano;
  • certificato rilasciato dalle competenti autorità dello stato estero di emigrazione, munito di traduzione ufficiale in lingua italiana, attestante che l’avo italiano a suo tempo emigrato dall’Italia non acquistò la cittadinanza dello Stato estero di emigrazione anteriormente alla nascita dell’ascendente dell’interessato (“certificato negativo di naturalizzazione”). Questo certificato deve riportare tutti i nomi dell’avo italiano che appaiono nei certificati anagrafici dell'albero genealogico;
  • atti integrali di nascita di tutti i discendenti in linea retta dell’avo italiano, compreso quello del richiedente la cittadinanza italiana;
  • atti integrali di matrimonio dei discendenti in linea retta dell’avo italiano, compreso quello dei genitori del richiedente la cittadinanza italiana;
  • atti integrali di morte dei discendenti in linea retta dell’avo italiano.

Premesso ciò, per non incorrere nel rischio di vedersi negata la cittadinanza, è indispensabile che i suddetti certificati anagrafici siano, formalmente, in regola con le norme di cui al D.P.R. 445/2000 dal punto di vista della traduzione e legalizzazione degli atti stranieri, nonché, dal punto di vista del contenuto, privi di errori e discrepanze nei nomi, nelle date di nascita e, in generale, in tutto corrispondenti tra di loro per quanto riguarda gli eventi nascita/matrimonio/morte in essi contenuti.

Compito preliminare del nostro studio è verificare la correttezza e l’idoneità dei documenti, affinché il Comune non debba sollevare alcuna eccezione.

Dopodiché, entrando nel vivo della procedura amministrativa, garantiamo i seguenti servizi:

  • Reperimento dell’appartamento nel quale il richiedente andrà a soggiornare e fisserà la residenza;
  • trasporto da/per l'aeroporto;
  • accompagnamento presso l'abitazione da eleggere a residenza;  
  • accompagnamento dinanzi a tutti gli uffici amministrativi coinvolti nella procedura (Anagrafe e Ufficio dello Stato Civile del Comune procedente, Questura, Agenzia delle Entrate);
  • assistenza e consulenza giuridica per tutto il periodo del procedimento;
  • reperibilità per tutta la durata dell’incarico, garantita anche tramite mezzi telematici (mail, skype, ecc.);
  • prosecuzione degli adempimenti successivi alla presentazione della domanda tramite procura speciale, in particolare: ritiro del certificato di cittadinanza e dell'atto di nascita italiano.

Quanto costa ottenere la cittadinanza in Italia per via amministrativa?

I costi della procedura dipendono dal numero dei richiedenti, e dunque, anche dal tipo di appartamento che si andrà a reperire (monolocale/bilocale/trilocale, ecc.).

Gli onorari legali sono determinati in quota fissa per un singolo richiedente, ma quando a presentare la domanda è una famiglia, applichiamo uno sconto sull'importo "a persona".

Per ottenere un preventivo si invita a compilare il modulo di contatto.

Rivolgersi al nostro Studio è garanzia di affidarsi a specialisti della materia e a un servizio che ha sì come obiettivo quello di far ottenere la cittadinanza italiana all’avente diritto, ma anche quello, non trascurabile, di garantire ai nostri assistiti un soggiorno gradevole e confortevole in Italia, degno di essere ricordato. 

 

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